Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 57 – III Trimestre 2018

Dal 11 al 19 Agosto scorso, presso il salone della Villa Boselli, si è tenuta una interessante mostra di reperti marinari storici, riguardanti il nostro mare.  Splendide immagini dei fondali antistanti la nostra costa, ci hanno mostrato e illustrato con appositi video, la vita sottomarina nei minimi particolari, dalla flora alla fauna e soprattutto molto interessante la parte riguardante i vecchi relitti adagiati sul fondo sabbioso, ricchi delle loro innumerevoli avventurose fantastiche storie.

Il filmato più suggestivo è stato quello del nostro Sant’Erasmo degli abissi, la statua a grandezza naturale, posizionata negli splendidi fondali a Capo dell’Arma o Capo Verde a circa ventisei metri di profondità, è apparsa in tutta la sua maestosità, attorniata dalla flora marina e da sciami di pesci che sembravano rendere omaggio al Santo attorniandolo con le loro evoluzioni.

Altra interessante rassegna è stata quella dell’esposizione dei modellini navali dalle varie tipologie marinaresche: il Brigantino. la Goletta, il Leudo, il Pinco, ed il caratteristico “gussu”, la barca dei nostri pescatori.

Marineria Armasca

Tutto questo è stato possibile grazie alla realizzazione dell’Associazione “Quarto quadrante”, un gruppo di sommozzatori molto attivo, capitanati da Fabio Splendori. Hanno inoltre preso parte alla Mostra le associazioni: Cumpagnia armasca, Arma Pesca, Circolo Nautico, creando così con il loro entusiasmo, un piccolo “Museo del mare”, molto apprezzato dagli innumerevoli visitatori, una struttura che ad Arma non dovrebbe mancare.

Tutto questo ci ha fatto così ricordare la nostra gloriosa marineria armasca che per secoli si è resa protagonista su tutti i mari.

Genova teneva molto in considerazione lo scalo di Arma, tanto che impose nell’anno 1504 uno speciale decreto in cui veniva stabilito che nelle costruzioni di case, si doveva lasciare un’ampia zona da riservare alla cantieristica.

Verso la fine del ‘700 molte famiglie marinare del levante genovese si trasferirono ad Arma con i loro barchi. Il trasporto sul mare si faceva sempre più intenso, si esportavano, prodotti locali in special modo: laterizi (mattoni e tegole), legname, olio, mentre s’importavano le materie prime  mancanti come: carbone, vino da pasto, farina, cemento e ferro.         

Il piccolo nucleo di case di pescatori e agricoltori si trasformò in un centro marittimo tra i più importanti della Liguria di Ponente.

Da una statistica del 1810 si rileva che la nostra marineria comprendeva un grande numero di navi di piccolo e grosso cabotaggio con 5000 tonnellate di merce di esportazione e di 1000 di merce d’importazione annue. All’inizio del ‘900 si contavano già 1200 abitanti, il desiderio di allora (come adesso) era quello di avere un porto, anche perché i fondali e la nostra insenatura, molto protetta dalle mareggiate, lo permetteva, ma questo fu sempre dimenticato o ostacolato da chi doveva presentare il progetto e iniziare le pratiche per la richiesta di contributi.

Nel 1908 a causa del disastroso terremoto di Messina, dal pontile in ferro davanti al Borgo salpavano numerosi Brigantini, per il trasposto di tegole e mattoni. Il traffico marittimo duro fino ai primi decenni del ‘900, fino all’avvento della ferrovia, che cambiò totalmente il sistema del trasporto merci. Il Cantiere navale rimase ancora in funzione fino all’anno 1950.

Marineria Armasca