Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 59 – II Trimestre 2019

Attorno agli anni di fine ‘800, in tutto il territorio Ligure “trovatori e cantastorie” percorrevano le strade della Riviera e nelle piazze dei Borghi e nei paesi, facevano divertire le genti, ricchi e soprattutto poveri, con le loro canzoni, le filastrocche ispirate a gesta di valorosi cavalieri, accompagnati da giullari che suona-vano e cantavano.

L’uomo con la zampogna e la grancassa, passava nei vicoli, con la speranza che qualcuno dalla finestra gli gettasse una monetina.

Grande festa, dunque, quando ad Arma arrivava il Circo che si piazzava sul grande spazio della spianata prospicente il mare, ora piazza Chierotti.

Tutti, grandi e piccini a veder montare il grande tendone di un colore grigio un po’ sbiadito. Era una cosa da non perdere ad osservare i grandi carrozzoni, trainati da cavalli, che ospitavano il popolo circense e le gabbie con gli animali.

Quando tutto era pronto, la musica era messa ad alto volume, per attirare le persone ad assistere al gran-de spettacolo pomeridiano, con l’imbonitore all’ingresso del tendone, che declamava i numeri degli artisti. ”Entrate, entrate”, diceva a gran voce, ”più gente entra, più animali si vedono…”

Allora potevi assistere alle esibizione dei vari numeri: “La donna cannone”, un personaggio di grande stazza fisica, “il fachiro“, che si sdraiava su di un letto di chiodi, “l’ingoiatore di spade”, “il lanciatore di coltelli”, che faceva venire a tutti i brividi, quando un coltello sfiorava la sua assistente, ”l’uomo ragno” che si contorceva in una ragnatela di corda e cercava di liberarsene.  

Ma quelli che facevano divertire di più tutti quanti, erano i ”pagliacci” che ne combinavano proprio di tutti i colori. Molto ammirato era il pagliaccio ”Pagnotta”, con un grande paio di scarpe ai piedi, dei logori pan-taloni e una maglia a righe rosse, un tromba in bocca da dove tentava di fare uscire qualche nota, ma si prendeva delle gran botte da parte degli altri suoi compari, con rovinose cadute, e il pubblico scoppiava in fragorose risate e naturalmente applausi. 

Rimasero così famose le sue comiche esibizioni, tanto che, il Circo, per tutta la gente del luogo, prese il nome di: ”il Circo di Pagnotta”. Non poteva mancare il “Mago”, vestito di nero, che segava la donna in due o estraeva i conigli dal cilindro, con lo stupore di tutti. Qualche animale completava lo spettacolo, il cavalli con il loro domatore, qualche asinello, i cani ammaestrati, e la scimmietta che ti salutava.

La gente al termine dello spettacolo, piano, piano sfollava Il Circo ad Arma da sotto al tendone e commentava i vari numeri visti, con molto interesse, con la speranza di una prossima nuova venuta del Circo, per assistere a nuovi numeri entusiasmanti!

Altri tempi… quando per divertirsi bastavano due soldi.

Il Circo ad Arma
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