Tratto da “A Crìa da Cumpagnia Armasca” – n. 58 – I Trimestre 2019

Il lungo rettilineo della via Aurelia di levante che attraversa tutta la piana del torrente Argentina, si spinge, con un ampio curvone ai confini con il territorio di Riva Ligure, sul lato sinistro del torrente.

La gente del posto, nel gergo dialettale, l’ha sempre chiamato:

U giru du dun”

Per gli antichi romani, alla foce del “Tavia fluvius”, come  loro lo definivano, sorgeva una “mansio” di notevole importanza.

Un porto fluviale permetteva l’attracco di piccole imbarcazioni. Comunemente questa località è stata sempre nominata come “Costa balena” o “Capo San Siro”. Questi nominativi hanno una propria origine: gli antichi naviganti che solcavano i mari, avevano delle rotte soprattutto costiere e per meglio individuare la loro posizione in mare, davano dei nomi immaginari alle conformazioni dei promontori o delle scogliere che lambivano la costa.

Costa Balena”: la storia locale racconta che si notava una sagoma di una grossa balena arenata alla foce del torrente, ben rappresentata dal profilo dorsale soprastante della collina della ”Grange”.

Una seconda ipotesi è invece quella che diverse carcasse di cetacei, appartenenti a questi mammiferi marini, spiaggiatisi sulle nostre coste, siano state ritrovate, nel tempo.

Recentemente è stato istituito, nel tratto del mar Ligure, che va dalle coste della vicina

Francia, alle nostre coste, “ il Santuario dei cetacei”, habitat ideale per balenottere, capidogli, delfini, stenelle, tursiopi, che si estende sino al mare che lambisce la Toscana.

Profilo collina Grange
La storia locale riferisce che il profilo dorsale della collina della “Grange” che si vede sullo sfondo di questa vecchia fotografia, assomigli alla sagoma di una balena
 

Capo San Siro”: la leggenda riferisce che Siro, fu inviato dal Vescovo di Genova Teodolfo, a diffondere la religione cristiana nel territorio di “Villa Matuzia” (Sanremo). Siro guarì, con la sua intercessione di fede, la figlia di un certo Gallione, potente signore dell’epoca, che era posseduta dal demonio e per ricompensa lo stesso Gallione, regalò o meglio “donò” in questa località, dei terreni componenti il fondo “Porciano”, prendendo così il nome di “Capo San Siro o Capo Don”.

 I reperti storici rinvenuti in tale località, fanno ritenere che vi sia stata una intensa attività abitativa. Nei lavori di scavo sono venute alla luce, resti di sepolture, strati di pavimentazione, vasi di terracotta.

Alcuni illustri storici locali, come Calvini, Donetti e Sarchi, hanno ipotizzato che l’area di “Costa Balena”, comprendesse tutta la piana, dalla foce al promontorio della Fortezza, forse perché la visuale perfetta, della sagoma della balena, si poteva benissimo ammirare  da questa località.

(continua)

Scavi
Una delle campagne di scavi organizzate dalla Sovraintendenza ai Beni Culturali